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Immagine del redattoreSonia Salvatore

Francy

L’amicizia rende la felicità più intensa e attenua l’infelicità - Cicerone

Nell’istituto paritario dove vanno i miei figli, hanno una tradizione molto carina.

Affidano un bimbo di prima ad un bimbo di quinta elementare, che diventa il suo “angioletto”.

É una cosa che responsabilizza i bambini più grandi e supporta i più piccoli, nel difficile passaggio tra scuola materna e primaria.


É così anche a Diego venne affidato un angioletto ma per lui, come accaduto in altre occasioni, la storia seguirà canoni diversi.


L’angioletto di Diego era un’adorabile bambina con gli occhioni verdi, molto dolce e affettuosa.

Non ricordo il nome purtroppo, perché di fatto Diego, dal primo momento che l’ha vista, ha deciso che non ne voleva sapere di lei.


Non le piaceva... non chiedetemi il perché ma assolutamente non la voleva.

Credo che all’epoca lui patisse molto il fatto di essere aiutato ed “accudito”.

Parlava a malapena ed era fortemente iper attivo.


Non voleva essere toccato a meno che non lo decidesse lui, quindi credo che questa bimba fosse troppo affettuosa per i suoi gusti...


Una volta Diego l’ha fatta addirittura piangere...”via via” ...così diceva appena la vedeva.

Io mi sentivo mortificata e devo dire che alcune volte ho anche sgridato mio figlio... ma il risultato era sempre lo stesso.


Ma c’era un altro bambino che aveva deciso in autonomia, che sarebbe diventato l’angioletto ufficiale di Diego.


Francesco Martinelli.


Francy (l’ho sempre chiamato così) non ha avuto vita facile con Diego. Anche lui era estremamente affettuoso e molto volenteroso. Diego lo trattava malissimo. Di lui ne voleva sapere ancora meno che dell’altra bimba. Come lo vedeva da lontano urlava. A volte cercava pure di morderlo.

Eppure nonostante questo, Francy non mollava.


Tutte le mattine mi aspettava in cortile, imperterrito, a volte pure sotto la pioggia.

Prendeva lo zaino di Diego e lo accompagnava in classe.

E la cosa più straordinaria era che lo faceva sempre con il sorriso.


In quel periodo ero molto stanca...la gestione di Diego era faticosa e non riuscivo a dormire.

Ma questo bimbo di undici anni appena, tutte le mattine mi chiedeva se stavo bene.

Non lo facevano nemmeno quelli vicino a me.

Ma lui era molto premuroso e spesso mi diceva che dovevo riposarmi un po'... mi faceva tanta tenerezza.


Un giorno poi, mi fermò all’uscita per chiedermi una cosa. Lo ricorderò per sempre. A scuola avevano parlato della sindrome di Down e voleva farmi una domanda. Io ascoltai tranquillamente.


La domanda ovviamente era rivolta alla causa dell’autismo di Diego.

Io risposi a tutto, tranquillamente e lo salutai.

Ma dopo poco, lui mi corse dietro.


“Sonia aspetta...voglio scusarmi con te perché magari ti ho ferito con quella domanda”.

Devo dire, che nel corso degli anni, mi sono state rivolte le domande più assurde e prive di tatto e quella non solo non lo era stata, ma questo ragazzino meraviglioso aveva avuto la sensibilità di capire che potevo esserci rimasta male.


Quando si parla di ragazzi privi di contenuti e superficiali, ripenso sempre a questo episodio e a Francesco e a sua sorella Federica.

E mi rendo conto che il mondo non è solo un posto pieno di gente cattiva... c’è anche luce.

Ci sono ancora famiglie che educano al rispetto degli altri, che crescono i figli curando l’amore verso il prossimo.


Ci sono ancora persone disposte a tenderti una mano.


Francesco è stato rifiutato da Diego per un anno intero.

Poi una mattina durante estate ragazzi, qualcosa ha iniziato a cambiare.


Diego ha iniziato ad accettare gli abbracci non richiesti.

Ha iniziato a giocare con lui ad acchiapparella nel cortile. Poi l’anno dopo si sono trovati a judo.

Piano piano è diventato un punto di riferimento. Se Francesco avesse mollato non sarebbero mai arrivati a questo. Lui non ha mai visto il disabile in mio figlio, lui ha sempre visto solo Diego.


Auguro a tutti i vostri figli ( e anche a noi genitori) di trovare un “Francy” come angelo custode.

Qualcuno che vi scelga a prescindere, perché vede quello che siete realmente.

Senza fermarsi alle apparenze.

Senza mollare al primo no.

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