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Il Signor Dinosauro

Come ho già accennato, Diego non utilizzava la mano sinistra.

Era come se avesse un arto fantasma, non la utilizzava mai, se non costretto durante le terapie.

Aveva sempre un piccolo oggetto, generalmente di forma allungata comodo da stringere.

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Per il suo compleanno, visto che i suoni che produceva erano molto simili al ringhio di un dinosauro, gli regalarono un piccolo peluche.

Un piccolo t- rex morbido e dal faccino tenero (da qui il nostro logo...).

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Da quel giorno i dinosauri diventarono il suo tramite per comunicare con il mondo.

Devo molto a questi esseri preistorici.

Mi hanno dato la chiave per cominciare la comunicazione con il suo mondo, che fino a quel momento era una fortezza impenetrabile.

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Tutte le attività che facevamo, avevano i dinosauri come motivazione, puzzle, giochi educativi sul tablet, libri, gioco simbolico (dar da mangiare ai dinosauri, metterli a letto ecc).

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E diventarono il premio (il rinforzo in termine tecnico).

Usavamo proprio una tabella settimanale e al sabato c'era un piccolo dinosauro come ricompensa.

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Questo lo ha aiutato moltissimo ad affrontare le difficoltà.

Il Signor Dinosauro (lo chiamavamo così come quello di George, il fratello di Peppa Pig) diventò il suo compagno di avventure, non lo lasciva mai....e per mai, intendo proprio MAI.

Giusto il tempo della doccia, monitorato a vista (perchè nessuno di noi lo poteva toccare).

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La testa del povero dinosauro iniziò a piegarsi e a prendere la forma della manina di Diego.

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Dopo di lui, incominciarono ad arrivare altri dinosauri.

Tanti dinosauri...centinaia di dinosauri (non sapevo più dove metterli).

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Se lo volevi vedere felice dovevi regalargli un dinosauro, non importava se avesse già trenta t-rex, avevano sempre qualcosa di diverso per lui.

E se li ricordava tutti!! Non potevi darne via nemmeno uno...

Per un certo periodo, i suoi preferiti diventarono dei mini dinosauri (come un pollice) e ovviamente si infilavano

dappertutto.

Quando non si trovavano, le grida di Diego arrivavano fino a Milano...

“SAURO”

Sauro divenne la parola per ogni cosa.

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Se aveva sete “sauro”.

Se aveva fame “sauro”.

Se voleva guardare la televisione “sauro”.

L'unica che riusciva a decifrare questo codice era sua sorella.

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Viviana dal tono in cui diceva “sauro” riusciva a capire sempre che cosa volesse.

Non ho mai capito come facesse.

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E in quei primi anni, Viviana si fece molto carico di questo.

Era la traduttrice di suo fratello.

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Diego iniziava a parlare come un minions, poche parole miste a suoni.

Incomprensibile.

Eppure lei lo capiva.

Formavano una squadra.

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Non so se Diego sarebbe riuscito a migliorare tanto senza il supporto che piano piano si stava creando intorno a lui. Io non credo.

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La sera iniziai ad inventarmi delle favole per farlo addormentare e queste favole avevano per protagonista un piccolo bambino che non sapeva parlare e che ogni giorno affrontava delle avventure, insieme a sua sorella e ai suoi amici dinosauri (erbivori) per proteggere il loro villaggio dai dinosauri carnivori.

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Diego non riusciva ancora ad esprimersi con le parole ma sono certa che la sua fantasia abbia iniziato a svilupparsi e lui abbia iniziato a creare dei mondi che poi sarebbero venuti fuori negli anni a seguire.

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In fondo se ci penso, i dinosauri erano proprio come lui...sospesi in un mondo tra passato e presente che nessuno comprendeva.

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Non sappiamo realmente come vissero i dinosauri come non sappiamo realmente cosa pensano o provano le persone autistiche.

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Mi piace pensare che Diego, in tutti quei ruggiti diversi che sa riprodurre alla perfezione, riuscisse a capire il linguaggio dei dinosauri e che loro lo abbiano accompagnato nel suo lungo percorso verso il linguaggio umano.

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