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  • Immagine del redattoreSonia Salvatore

Amica acqua!

La cura per ogni cosa è l’acqua salata: nel sudore, nelle lacrime o nel mare - I. Dinesen

Oltre ai dinosauri, Diego aveva già da piccolissimo, una passione per l’acqua.

Normalmente non voleva giocare con gli animaletti di gomma, ma se riempivi una bacinella o lo mettevi nella vasca con dei pupazzetti, allora giocava.


Cercando di sfruttare questa sua passione, anche per qualcosa di funzionale, abbiamo iniziato la T.M.A. (terapia multisistemica in acqua) molto presto. Aveva solo tre anni e mezzo.


All’epoca avevamo già iniziato, sia logopedia che psicomotricità e spesso mi veniva rimproverato il mio “voler fare troppo”. Invece ancora oggi, io sono convinta che sia stato proprio “il fare”, a far acquisire a Diego la sua indipendenza, almeno in certi ambiti.



La prima volta che abbiamo provato T.M.A. con Michela Peronetto è stato un vero disastro.

Diego, all’epoca aveva ancora la fissa per gli oggetti piccoli (che teneva nella mano sinistra).

Per entrare in piscina aveva scelto una piccola paperella.


Il cambio nello spogliatoio era andato bene, aveva accettato anche la cuffia. Anche la doccia era andata bene. La lezione era iniziata nel migliore dei modi, se non fosse che, ad un certo punto la malefica paperella abbia deciso di andarsi ad infilare nel canaletto di scolo della piscina!

E non è stato più possibile recuperarla...

A quel punto è arrivata la crisi.

Diego ha iniziato a graffiare tutto il viso di Michela.

Urla, pugni... incontenibile.


Io ero sugli spalti e sentivo tutti gli sguardi di disapprovazione delle persone che erano in acqua e di chi stava aspettando come me.


Il bagnino stesso, che era un ragazzo giovane era fortemente infastidito.

In preda al panico, ho fatto uscire mio figlio dall’acqua e quando mi sono avvicinata a Michela, mi sono accorta che aveva il viso veramente tumefatto.

Io mi sentivo in forte imbarazzo, in colpa per quello che Diego aveva fatto e anche arrabbiata perché quella ragazza aveva acconsentito a fare quella prova, quando poi non era riuscita a gestire mio figlio.


Devo dire che quel giorno invece, Michela mi ha fatto capire che si può essere molto giovani ma anche molto preparate. Non si è scomposta di una virgola, mi ha detto che aveva capito come gestire queste crisi, ha affrontato il bagnino e si è organizzata per le volte precedenti.


Da allora, ha instaurato con Diego una routine, avevano la loro corsia (aveva fatto un cartello con la scritta “corsia lenta” per sensibilizzare anche gli altri nuotatori). Spiegava prima le attività e dava i tempi per l’uscita.


Grazie all’acqua, Diego ha superato tante barriere.





Ha imparato a nuotare, ad andare sott’acqua. A indossare una muta (incredibile per lui)!

Soprattutto ha imparato ad avere fiducia in se stesso.

La prima volta che si è buttato dal trampolino non potevo crederci... mi risuonavano nella testa, le parole del medico alla visita legale “signora suo figlio non sarà mai in grado di scendere le scale”.


Invece mio figlio si stava buttando in una piscina profonda tre metri. Senza braccioli.


Abbiamo continuato la T.M.A. fino al lock down...non siamo più riusciti a riprendere, ma resterà sempre una di quelle attività fondamentali nel suo percorso di crescita.


Questo lo ha reso indipendente anche al mare, nessuna paura, anzi a volte troppa spavalderia.


I problemi di gestione li ho, perché non ne vuole sapere di uscire, e un bagno dura in media tre ore. E purtroppo il fatto che non resti nell’acqua bassa, comporta il fatto che anche io stia a mollo per tutte quelle ore. Per fortuna sono come lui e amo anche io molto il mare.


Sono convinta che lo sport, qualsiasi tipo di sport, sia fondamentale per rendere i nostri figli forti (ma forti internamente) e soprattutto serva ad abbattere le barriere contro la visione distorta sulla disabilità.



1 commento

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1 Comment


giuppy89a
Jan 23, 2023

In questo post ci ritrovo tanto mio figlio Nathan

L'acqua lo sta aiutando nel riuscire a fare un sottilissimo gradino da solo, senza mani.

A rilassare leggermente il suo corpo una volta entrato in vasca

A gestire la sua rabbia diversamente dalle crisi feroci che arrivavano costantemente.

Post così, danno tanta speranza a mamme come me, che sono solo agli inizi, grazie!

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